Il titolo potrebbe far pensare alla pura seo, lo so: vi ho fregati, ma forse non sono né il primo né tantomeno l’ultimo di questa infausta giornata.
Il fatto è che una discussione di questi ultimi giorni sul forum TPU mi ha fatto un po’ riflettere sul termine trust, o per meglio dire sul suo concetto.
In fondo un post sul blog di Catone mi pare che esprima alla perfezione tale concetto: affidabilità, anche se in chiave assolutamente seo.
Oppure non è un concetto così seo come potrebbe sembrare?
La discussione sul forum TPU è stata originata dall’analisi di alcune iniziative su internet, passate e presenti, dalla meccanica abbastanza semplice: mettimi un link fatto così e così (aka “con questa anchor e senza nofollow“) sul tuo sito/blog e io ti regalo (aka “pago”) qualcosa.
Nel caso specifico si estrae a sorte un partecipante che si vedrà premiato di una regalìa, la volta scorsa era uno sconto incondizionato sull’acquisto.
Lo scopo è –ufficialmente– triplice:
- acquisire clientela in modo diretto (i blogger) e indiretto (recensioni ad effetto “feedback positivo”),
- fare buzz,
- fare seo.
Mi sono espresso in proposito, a modo mio: è spam, no way.
Come potrebbe essere giudicata diversamente, alla luce della forte presa di posizione nei confronti della compravendita di link da parte di Google?
Oltre al fatto che esistono gli strumenti per segnalare i link a pagamento direttamente a Google, mi pare quantomeno ingenuo sperare che nessuno dei “piani alti” veda una pagina dove si spiega per filo e per segno come deve avvenire lo scambio link/$.
Naturalmente in questo caso non scattano delle penalizzazioni (o svalutazioni) algoritmiche che invece ci possiamo aspettare per documenti ospitanti voci quali “sponsored links” et similia.
E’ anche facile capire il motivo di questo accanimento nei confronti dei link a pagamento: arginando la compravendita di link si possono offrire serp di qualità.
Ma ok, ipotizziamo per un attimo che Google se ne fotta di tutto questo, e ci può anche stare: è vero che c’è un limite a tutto, ma magari questa operazione non travalica quel limite.
Ipotizziamo anche che per me rappresenti un rischio calcolato, e che sia consapevole del fatto che si tratta di una penalizzazione (se c’è ) che magari mi creerà qualche problema sui motori di ricerca, ma è uno scotto che sono disposto a pagare per il buzz, per il viral, per il roi.
La questione però è un’altra secondo me, di credibilità e affidabilità, e ho l’impressione che venga fuori con tutta la sua forza non-seo proprio da dove si era cercato di mietere consenso seo.
Sappiamo quanto gli acquisti online siano fortemente influenzati da pareri e recensioni pubblicate su blog e forum, dagli user generated content: visibilità, autorevolezza e affidabilità. D’altra parte non compiamo tutti i giorni l’azione di consultarci con un amico prima di un certo acquisto, sapendo che quell’amico conosce quel prodotto o, meglio ancora, lo ha acquistato prima di noi?
Come era facilmente immaginabile i blogger, i forum, le community, i ng hanno espresso il loro parere… e non stupiamoci: d’altra parte lottiamo lottano ogni giorno per una internet democratica, che possa dare voce a tutti, dove ognuno possa esprimere il proprio giudizio senza alcua censura.
Com’era facilmente immaginabile (e forse auspicabile), una fetta consistente del web più attenta alle questioni legate al web marketing ha dato un parere decisamente negativo a questo strumento promozionale, ravvedendovi evidentemente un uso poco etico atto ad alterare i risultati di certe ricerche su Google.
Un grosso danno direi.
Grosso almeno quanto il ritorno in termini di visibilità e autorevolezza che otterrei da una recensione positiva spontanea su un prodotto/servizio che vendo da parte di un cliente soddisfatto.
E sicuramente non mancherà un link su quella recensione così spontanea… e quel link sì che darà rank e affidabilità.
Ma allora com’è possibile -se è possibile- evitare le panalizzazioni da parte di Google nel portare avanti questo tipo di attività promozionali?
Quali elementi dovrebbero essere presi in considerazione per il lancio di tale promozionale, affinché questa sia gradita dalla varie community?
Credo tornerò a parlarne di questa cosa abbastanza presto, magari cercando di fornire una mia personalissima risposta: giusto il tempo di un drink (frase che hanno capito in 4 o 5, e va bene). 😉
[…] la pausa, neanche troppo lunga per i miei ritmi di posting: il tempo di un drink… lo avevo detto no? Ecco, magari sarebbe il caso di spiegare il motivo di questa pausa: il motivo per il quale, […]