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Quando il meta tag description fa la differenza

Q

Più di una volta ho cercato di dare un mio parere sulla description (o meglio, sul meta tag description): in definitiva sostengo che è ben poco utile (se non completamente inutile) ai fini di indicizzazione e posizionamento sui motori di ricerca, e in modo particolare su Google.
Magari se ben composta la description può incrementare il CTR (Click Through Ratio, il rapporto tra visite generate e il numero di impression), dunque le visite da parte di potenziali clienti: di quello sono assolutamente convinto. Direi che è un aspetto da non sottovalutare.

Certo, non è detto che la description compaia sempre coma snippet su Google in funzione di una determinata ricerca fatta da un utente, ma se ben scritta c’è anche il modo di fare in modo che questo avvenga, e nel migliore dei modi, ovvero quando un utente esprime un bisogno, di un prodotto o di un servizio, attraverso una ricerca: posizionamento a parte (non si può fare l’arrosto senza il tacchino) avere a disposizione diciamo un… mmhh… 130 caratteri (o almeno è ben difficile che ne venga mostrato un numero superiore) per poter convincere un utente che sul nostro sito può trovare veramente quello che cerca… beh, non mi pare poco.

In definitiva la qualitá del meta description influisce sulla scelta dello snippet da parte di Google, che di solito avviene in maniera automatica.
Non è però mia intenzione proporvi l’ennesimo post su come scrivere una buon meta tag description: la rete ne è piena.
Potrei suggerirvi di non usare inutili liste di keyword, o magari di segnalare a Google che non volete usare la descrizione di DMOZ, spesso catastrofica (sempre se il vostro sito ha la fortuna di esservi incluso)… ma usate la description: avrete molte più probabilità di evitare una schifezza come quella qui sotto.

vodafone

Il sito Vodafone è pressoché privo di contenuti testuali: mi rendo conto che questa può essere una vera e propria esigenza/necessità in certi casi, ma forse una buona description avrebbe evitato una situazione simile.
Cosa è successo?
Abbastanza semplice direi, la cache del 14 Febbraio ne è testimone: Vodafone evidentemente ha avuto la sfiga che Googlebot passasse di lì proprio quando era presente un messaggio testuale comunicante un temporaneo disservizio.

In caso di dubbi verificate come Google valuta i meta tag dei vostri siti: è sufficiente consultare il Google Webmaster Tool: Bacheca > Diagnostica > Analisi dei contenuti
Da qui potete constatare eventuali problemi su title e meta tag description.
Fatelo, vi prego. 🙂

PS @ Vodafone:
Se proprio non è vostra intenzione inserire un meta tag description sul vostro sito, la prossima volta che siete in manutenzione almeno non usate del teso: nel vostro caso un’immagine risulterebbe preferibile. 😀

1 commento

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Alessio Sbrana

Da circa 20 anni mi occupo di strategie di web marketing: nel corso della mia carriera ho avuto l'opportunità di lavorare come freelance, imprenditore e responsabile dei team digital per varie agenzie di digital marketing.
Questi ruoli mi hanno dato modo di lavorare per siti aziendali, istituzionali, onlus, gruppi bancari, multinazionali, pmi, info-commerce e, soprattutto, siti di commercio elettronico.

Il miei "primi amori” sono stati la SEO e la SEM, ma la generazione di traffico, se pur "di qualità", non può bastare: negli anni ho approfondito le mie conoscenze in ambito digital con l’obiettivo di aumentare il profitto economico delle aziende attraverso il web, in modo particolare grazie alla conversion optimization (CRO) e alla marketing automation.

Quando non sono in montagna, a piedi o con la mia bici, mi occupo di formazione nel mondo digital.

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